intervista semiseria a Marco

Marco (o come lo chiamano tutti, Marchino), anima ritmica dei Pure Joy, in questa intervista rivela molti retroscena del gruppo... A intervistarlo il suo amico, Davide.

 

 

           Ciao Marchino, come va, sei pronto?

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Sì… un po’ ho studiato.

            Come è nato il gruppo, di chi è la colpa?

E’…è di Maurizio, purtroppo.

            Cosa è successo?

No, bhe.. in pratica un paio di sere siamo andati a vedere dei concerti di musica indiana e dato che in quel periodo Maurizio stava iniziando a riprendere e suonare la chitarra dopo anni da autodidatta…

            Ah si? Come mai?

Così… si sentiva ispirato....e stava prendendo anche lezioni.

            Era la primavera?

Adesso questo non mi ricordo.. faceva caldo, era estate.

            Ah, nostalgia di vacanze, insomma!

E poi c’era Mahanidhi che suonava il flauto traverso da anni, e il bansuri ...

            Pensavo avesse iniziato da poco a suonare il flauto.

No,  lui ha sempre avuto la passione dei flauti giapponesi come il shakuachi e soprattutto il bansuri, che è quello indiano. Lui si costruiva da sé i shakuachi, se li faceva lui dalle canne di bambu … in pratica.

            Questo da sempre, allora?

Quello sì, da parecchi anni, il bansuri invece da poco.

            E te invece, che cosa è capitato per la testa?

Eh… in pratica in queste serate di musica indiana c’era sempre un tablista, allora... per scherzo…gli altri hanno buttato lì l’idea:”Perché non suoni i tabla?”… e io…all’inizio mi sono tirato indietro, ho detto “che state scherzando?” poi ho sentito come qualcosa dentro…

            Ma non ci vogliono diverse incarnazioni per imparare a suonare i tabla?

E… appunto! La prima è questa! Per scherzare mi soprannominano Marchin Hussain!

            Marchin Russein?

Va bhe!… e quindi niente, questa loro proposta mi è rimasta dentro e.. alla fine..

            Dentro che cosa?

Dentro.. la testa, un pensiero così…. e quindi alla fine ... ho deciso di comperarle e di provare a suonarle… Quindi mi son messo sotto, anche prendendo delle lezioni.

            Quindi siete in tanti a lezione! Te, Maurizio…

Anche Mahanidhi le prende..

            Ma dai…cioè…

Sì, professional

            ..un gruppo in crescendo!

Sì, cerchiamo di migliorarci perché nessuno di noi ha un background...didattico, diciamo.

            Satyamurthi dicono di sì, dicono fosse un grande musicista. Cosa si sa di lui? Dicci qualcosa, qualche informazione riservata!

Bhe… diciamo che Satyamurthi aveva suonato la fisarmonica da piccolo, dopo l’ha lasciata… ha smesso di suonarla… Quando ha visto che noi cominciavamo a fare dei concerti e comunque a ritrovarci per suonare, si è sentito ispirato..

            Dal gruppo?

Sì, dal flusso che si era creato..

            Flusso, flusso di che cosa?

Dal flusso di concerti, di ispirazione…dall'impegno!

            Dalla professionalità del gruppo, quindi.

Sì anche... E quindi lui ha ripreso... si è comprato una fisarmonica e quando ha cominciato a riprendere a suonare, si è trovato benissimo. Era sorpreso di se stesso perché riusciva a suonarla bene dopo tanti anni. Ce l’aveva proprio…

           …nel sangue!

Però la chicca è questa che la fisarmonica…diciamo… è firmata, è di marca… però non è propriamente professionale…

            … e i vostri strumenti lo sono?

Eh! I nostri, sì!

            Cosa mi dici degli altri componenti del gruppo?

Nel gruppo ci sono anche degli ospiti, chiamiamoli così…Uno è Edoardo da Firenze, che vanta un repertorio maggiore... rispetto a noi vanta un’esperienza passata, faceva anche cover.. non musica new age o spirituale. Lui faceva il cantante, oltre al chitarrista.

            Oh, una vera voce del jazz, quindi, oppure era musica italiana?

Eh Eh, sì, musica italiana ma anche covers straniere...internazionali. Lui con la chitarra è molto bravo. Infatti ci dispiace che non sia membro fisso del gruppo.

            Gli altri in mobilità chi sono?

Le altre sono un coro di ragazze, composto da Darina, Silvia e Upasèivanam, di Milano, e, ultimamente, Gunavati di Torino. E’ notizia fresca fresca che Liliana suonerà come assolo di arpa. Perché Gunavati sta studiando l’arpa. E’ una new entry molto ben accetta!

            Ma, l’ingresso di Sudasa...era solo una voce nel deserto?

Ma, purtroppo l’ingresso di Sudasa è sfumato, aveva anche comprato il clarinetto... Bhe, comunque è sempre il benvenuto. Diciamo che si è preso un attimo di pausa. Ormai da mesi. Sudasa ha anche un'ottima voce.

            Ma i Pure Joy cosa vogliono fare nella loro vita?

Ma… ognuno di noi, ogni membro del gruppo ha il proprio lavoro, ha la propria vita… diciamo che nessuno di noi aspira a diventare musicista di professione. Lo facciamo per hobby e per ispirare le persone che ci ascoltano, trasmettere loro un messaggio di gioia e pace, secondo la filosofia del nostro Maestro di meditazione Sri Chinmoy.

            Ma quindi, quando voi suonate, come si dice, è tutta una Gioia?

E sì...è tutta gioia quando suoniamo.

            Quindi, chi fa il muso lungo, viene buttato fuori dal gruppo? Niente musi lunghi nei Pure Joy? E se uno… paralisi, non riesce a sorridere?

Bhe.. temporaneamente... farà lo spettatore! Sì, i Pure Joy hanno un loro carattere , è un gruppo che ha un tipo di caratteristiche e deve rimanere tale. Ogni nuovo membro deve accettare lo stile.

            Qual è quindi questa caratteristica dei Pure Joy, a cui aderire per farne parte?

Diciamo che la nostra caratteristica è di non essere troppo didattici, anche perché... non ne abbiamo la capacità..

            Cosa intendi per didattici?

Didattici intendo… tipo… studenti da conservatorio o simili.

            Quindi, musicisti capaci non li volete?

Noi vogliamo musicisti capaci... ma che siano creativi, però. Ci sono studenti da conservatorio che hanno creatività zero, avendo fatto un iter scolastico sono troppo rigidi, la professionalità è ben accetta ma…

            Deve essere Pure?

Eh, si...e anche di più...spesso noi ci troviamo e nasce tutto da lì, dalla creatività del momento...dall’ispirazione del momento.

            Niente secchioni della musica, quindi.

Se deve essere secchione deve mettere da parte la mente ed essere più cuore e intuizione… appunto perché quando ci troviamo vogliamo divertirci… se siamo troppo didattci, guardiamo troppo alla nota, quello che ne deriva… diciamo che si perde un po’ il senso di... gioia semplice, ecco. Questo è lo standard. Il nome del gruppo viene da lì – Joy vuol dire gioia – poi Pure Joy è venuto da sé…Gioia libera, senza troppi schemi o altro…

            Oltre alla base il Perfetto Pure Joy cosa deve fare?

Deve meditare…più che altro perché deve accedere all’intuizione e alla creatività…

            A che livello intuitivo siete, ormai?

Diciamo che quando ci troviamo insieme… si riesce ad esprimere quello che si ha…che si ha dentro, in modo naturale…

            Ma dentro dove, sotto la pelle? E che cosa c’è?

Eh..Eh Eh, ma dai! Personalmente poco, per il peso che ho!

            Veramente, cosa c’è dentro?

E’ quello che si ha dentro.. ognuno di noi, chi più chi meno, diciamo ha una certa capacità di arrivare ad un livello di intuizione, nel senso che, mentre si suona, viene da solo l’arrangiamento…, in base anche a quello che fanno gli altri viene spontanea la  parte, anche secondo il proprio background musicale…

            Tu, Marchino, che arrangiamenti suggerisci, hard-core-pop?

No...bhe…io… sono il percussionista, quello che dà la ritmica, preferisco i canti ritmici…arrangiamenti più ritmici, incalzanti rispetto a Upasèivanam che con il flauto, con Maurizio possono fare canti più lenti… che ci stanno!

            Più romantici?

Si..diciamo.. più melodici, ecco! …Che vanno benissimo, eh!… io invece, con Giovanni., spero fra poco, vorrei riuscire a fare coppia per interpretare la musica indiana, sia classica che non…Quella classica è un po’ più difficile… Vorremmo interpretare alcuni bhajans, che sono dei canti devozionali indiani.

            Da quali autori sceglierete i bhajans?

Oh., bhe...innanzitutto interpreteremo i bhajans di Sri Chinmoy però anche quello che troviamo nella musica classica indiana, nel repertorio indiano, insomma… perché in fondo il vero spirito dei tabla è la musica indiana, bhajan o classica, popolare o religiosa: l’universo musicale indiano è vastissimo.

           Hai un messaggio per chi legge, a conclusione di questa chiacchierata?

Il messaggio.. per i nostri fan, diciamo.. venirci sempre a sentire... Scherzo. Qualsiasi sia lo strumento, la musica per cui si abbia passione, l'importante è coltivarla e…di esprimerla in maniera personale, senza troppe…influenze esteriori.. di limiti.. di personalizzarla, di introdurvi la propria creatività! Secondo me, la cosa migliore... è personalizzare la musica secondo la propria creatività.

            Grazie mille, Marchino.

Grazie a te.