Tampura

Mahanidhi e Upasevanam small.jpg

Ecco, un altro strumento si e' aggiunto alla lista degli strumenti degli italiani, stiamo facendo progresso. Certamente questa tampura sta da noi e la suoniamo noi principalmente, ma in maniera sottile sento che appartiene all'italia per intero. Noi tutti abbiamo una Tampura ora, nel nostro repertorio degli strumenti.

Chitarre ne abbiamo, flauti anche , per non parlare di Harmonium e altri strumenti, ma la Tampura, quella mancava. Very indian, very sweet.

Quando abbiamo aperto la custodia per la prima volta ne è uscito un “profumo d'India”....meraviglioso, inebriante. Era proprio il profumo dell'India, conteneva tutte le Sue caratteristiche, e soprattutto una vibrazione molto sacra, spirituale, quasi da congiungere la mani...

Tecnicamente , cosa sia la Tampura, posso spiegarlo con le mie parole senza background esperto... quindi mi scuso in anticipo.

La tampura assomiglia alla Veena che suona Saraswati nelle sue immagini, ma ha solo 4 corde e 4 note di cui le 2 centrali uguali. Il suo compito solitamente e' di fare da “bordone” , cioe' da sottofondo base per canti sacri indiani, per tabla e bansuri (flauto indiano traverso, in bambu' – quello secondo la tradizione suonava Krishna)ma anche con molti altri strumenti e fa parte della tradizione indiana.

Si suonano le 4 note in rapporto 1-1-1-2 di durata, a ruota, continuamente, in modo che il suono risulti unico perche' poi le grandi vibrazioni che produce tendono ad unirsi.

È uno strumento dal suono ipnotico e molto meditativo, estremamente traboccante di pace. In un libro dedicato alla Tampura si spiega che se mille persone chiacchierano e fanno confusione, il suono di una tampura ben accordata le rende immediatamente silenziose.

Questa frase mi ha colpito talmente che da quel momento ho sentito che dovevamo averla. Mahanidhi era entusiasta di avere un accompagnamento per il suo bansuri e io uno strumento meditativo, con cui fare Japa e perdermi nelle note.

Dopo pochi giorni questa bellissima Tampura è arrivata in negozio.

Sembra semplicissima da suonare, ma la precisione del suono e il ritmo necessitano di grande concentrazione, basta un pensiero o una distrazione ed ecco che quella nota non è stata come doveva, ci sono movimenti e pressioni diverse a seconda delle note da suonare.

Anche la posizione da assumere è importante, a me piace sentirla bene e quindi l'orecchio quasi lo appoggio sullo strumento, in modo da assorbire le forti vibrazioni.

All'inizio il polpastrello non è abituato a tanta frizione, qui non c'e' bastoncino o asticella, si usano le dita. Infatti ho pensato che tra qualche anno forse avro' dei problemi nel momento in cui , all'aeroporto di NY ti prendono le impronte digitali: forse in quel dito mi saranno sparite le “scanalature”a furia di sfregare!

Si dice che ci vuole almeno un anno per sentirla bene, per sentirla parte di te.

La Tampura è fatta alla base con una zucca gigante non commestibile, svuotata, essiccata e dipinta tutta a mano. È quindi leggera ma enorme: certamente poco trasportabile e troppo delicata, ma piu' la zucca e' grande e piu', in teoria, il suono riverbera.

Per caricarla in macchina dobbiamo tirar giu' i sedili dietro e la parte alta arriva fin davanti, per cui la lasciamo in negozio dal martedi' al sabato e la suoniamo in pausa, e il fine settimana la portiamo a casa per suonarla piu' a lungo.

Probabilmente ogni tanto la porteremo a qualche Joy Day e faremo piccoli concertini...

Anche durante i concerti che i Pure Joy fanno qui e la' si potrebbe introdurla, certamente non in tutti i brani ma solo alcuni, o addirittura fare piccole performances a parte.

Questa Tampura mi sembra quasi una persona... quando ce l'hai in grembo e' una strana sensazione, come se fosse “viva”, fa un po' impressione... sono certa che lo sia e che senta e avverta le nostre vibrazioni. Ha un'anima. Ti viene automatico porgerle grande rispetto e trattarla con delicatezza, non solo perchè è fragile...ha qualcosa di sacro.

 

Upasèvanam