Le stelle nella poesia di Sri Chinmoy

Da tempi senza ricordo, le stelle del cielo notturno re-suscitano l’ispirazione nell’animo di poeti e non: corpi luminosi, lontani ma perfetti, risvegliano speranze e sentimenti, miti e ricordi. Non c’è poeta che non lo abbia fatte proprie, per incastonarle nelle sue poesie, chiamandole per nome, evocandole come metafore, così da lasciar stratificare nel tempo tutta una serie di significati.
La parola “stella”, usata in antico per indicare tutti i corpi luminosi, anche comete e pianeti, è ricca di significati metaforici: può indicare il destino, può diventare descrittiva di una persona autorevole, di nota fama, di spiccata santità, una bella donna, gli occhi di una persona, una guida sicura e consolatrice1.
In inglese la parola corrispondente, “star” possiede un insieme di significati praticamente coincidente con la parola italiana “stella”, sia come significati metaforici che come significati tecnici, tuttavia c’è una differenza notevole, soprattutto per l’uso nella poesia, relativamente al significato di guida, che in inglese viene reso principalmente come “polestar”, usato anche e soprattutto nel significato di “stella polare”, oppure come “pilot star” o metafore equivalenti2.

Nella poesia di Sri Chinmoy la parola “stella” non è tra le più usate: compare in circa una settantina di poesie tra quelle disponibili al pubblico a tutt’oggi sul sito ufficiale3, con una buona varietà di significati. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si può dire che nelle liriche dell’autore questa parola si carica di un significato spirituale, viene a rappresentare una luce intermedia tra l’umano e il divino, il cui ruolo di mediazione può essere ricondotto a tre possibilità, che differiscono per l’importanza assunta nel contesto.

La prima possibilità risiede nell’uso della parola “stella” come mera luce che fa da sfondo all’immagine poetica fornita dall’autore:

I Have The Selfsame Prayer4
I have the selfsame prayer
For my religion
And all other religions as well:
"Speed forth,
O religions of the world,
Upon the star-strewn path
To illumine the life
Of humanity."

Ho sempre la stessa preghiera
Ho sempre la stessa preghiera
Indirizzata alla mia religione
E così a tutte le religioni del mondo:
“Affrettatevi,
o religioni del mondo,
lungo il sentiero costellato di stelle,
ad illuminare la vita
dell’umanità.”


11155
We all sleep
On idleness-bed
And dream
Of a star-flooded sky

1115
Noi tutti dormiamo
Sul letto dell’ozio
E sognamo
Un cielo sommerso di stelle.


Nella seconda possibilità, vediamo che questa luce, di cui la stella è simbolo, inizia ad esercitare un ruolo attivo, ad assumere maggiore importanza nel contesto, esce dallo sfondo e diventa una luce di importante, si potrebbe in alcuni casi anche tradurre proprio come “luce”:

77546
Behold,
Once again you are becoming
Your heart's rising faith-star.

7754
Osserva,
un’altra volta ancora, stai diventando
la luce crescente della fede del tuo cuore.


E’ quasi di un’esclamazione, un’esclamazione di meraviglia, che rende in maniera vivida una fede che si sublima in luce, all’interno del cuore del ricercatore spirituale.

43727
No star
Ever wants to blossom
In your mind's
Tenebrous ego-sky

4372
Nessuna stella
Vuole mai sbocciare
Nella tua mente,
Sotto il cielo tenebroso dell’io.


Qui l’atmosfera poetica assume un tono quasi drammatico: l’immagine poetica delle prime due righe, una stella-luce che vorrebbe affacciarsi nel cielo come un fiore che sboccia, viene annullata dalla presenza di un cielo tenebroso, che la soffoca. Qui evidentemente l’autore si rifà al concetto spirituale per cui finché resiste nella mente di una persona la categoria dell’”io” e “mio” contrapposto a “te” e “tuo”, finché viene percepita come reale la differenza tra l’oggetto e il soggetto della percezione, non può esserci alcuna illuminazione spirituale, resta un’ignoranza di fondo. Tale ignoranza viene qui rappresentata con un’immagine molto tradizionale,  di un velo nero di tenebre che copre ogni luce.

God Tells Me That8
God tells me that
My surrender-life
Is the brightest star
In His Divinity's Firmament.


Dio mi ha detto che
Dio mi ha detto che
La mia vita di abbandono
È la più luminosa stella
Nel firmamento della sua Divinità.


In questo aforisma l’autore afferma nel suo stile sintetico un doppio concetto spirituale: esercitandosi nella sua vita a realizzare l’abbandono spirituale, il ricercatore scopre una stella, una luce potentissima che lo guida verso Dio, ma contemporaneamente lo stesso abbandono è una stella che Dio avrebbe posto nel suo proprio firmamento personale ad illuminare la strada del ricercatore. In questo duplice ruolo, Sri Chinmoy riafferma un’idea base della sua filosofia, per cui l’umanità e la divinità non sono due soggetti separati, ma formano un’unità unità, basata sul servizio reciproco, in cui la parte umana offre se stessa ricevendo, la parte divina offre se stessa illuminando.

Infine la terza possibilità si realizza quando la stella, da luce-compagna, diventa luce-guida protagonista di una ricerca spirituale. Coerentemente con l’inglese, l’autore utilizza le parole “pole star”, o  “pilot star”, tuttavia per evidenziare il significato interiore che non sarebbe presente nel significato, privilegia la forma con il trattino, “pole-star” o “pilot-star”.

Hope9
Hope, my pilot-star, hope
I have seen your face.
I have felt your heart.
Therefore
In ignorance-night
I shall no more grope.
Hope, my pilot-star, hope
You are humanity's peerless rope
For human souls to climb
God's transcendental height.


Spera
Spera, o mia stella-guida, spera,
Ho visto il tuo volto,
ho sentito il tuo cuore,  
per questo
mai più brancolerò
nella notte dell’ignoranza.
Spera, o mia stella-guida, spera,
Tu sei dell’umanità l’impareggiabile ascensione
Che le anime scalano
Per raggiungere l’altezza trascendente di Dio.


9601 - O My Heart's Pole-Star10
O my heart's Pole-Star,
I meditate on You,
Cherishing the lofty hope
That someday my life shall blossom
In excellence supreme.


9601 - O stella polare del mia cuore
O stella polare del mio cuore,
Io medito su di Te,
Per coltivare la nobile speranza
Di veder un dì fiorir la mia vita
Nell’eccellenza suprema.


In questo caso Sri Chinmoy si rifà al significato mistico della stella polare, più chiaramente delineato in occasioni private, successivamente riportate per iscritto11.
Per l’autore la stella polare non è solo metafora di guida, di luce attorno alla quale tutte le altre girano. La stella polare sarebbe una vera e propria realtà interiore, che manifesta, pur limitandola, la luce spirituale più profonda, appartenente al divino, rendendola visibile e più vicina all’umano. La stella polare con un parallelismo si potrebbe dire rinascimentale tra microcosmo(corpo dell’uomo) e macrocosmo(universo), viene associata ad un punto del corpo tra i due occhi, chiamato anche occhio mistico o terzo occhio, e parimenti alla capacità di visione spirituale. Di contrappunto il sole, simbolo per eccellenza dello Spirito, verrebbe associato con un punto del corpo all’altezza del cuore, il cosiddetto cuore spirituale. Nel terzo occhio quindi risiederebbe la capacità di visione che può guidare fino allo Spirito, nascosto nelle profondità celate del cuore spirituale.

Con queste tre possibilità si spiega la maggioranza delle poesie in cui è utilizzata la parola “stella”, tuttavia rimangono, oltre a uno o due casi in cui significa “persona famosa”, un uso abbastanza frequente in parole composte.. In queste ultime però la parola stella perde di significato, venendo quasi assorbita dai termini compagni. Si tratta dei casi in cui si trovano le parole composte “morning star”, o “stella del mattino, “evening star”, o “stella della sera”, “shooting star”, “stella cadente” e così via. Si faccia infatti particolare attenzione al contesto:

849312
Beauty
Is the morning star
Of my aspiration-heart

8493
Bellezza
È la stella del matttino
Del mio cuore di aspirazione


849412
Peace
Is the evening star
Of my surrender-life.


8494
Pace
È la stella della sera
Della mia vita di abbandono


Per avvicinarsi a questi due aforismi bisogna riconoscere l’associazione che l’autore fa tra bellezza e mattina, pace e sera, che porta a trascurare la parola “stella”. Tale associazione è molto frequente nell’opera di Sri Chinmoy, che riconosceva spesso nell’atmosfera della mattina e della sera, tra l’altro, rispettivamente un senso di bellezza e un senso di pace. Si vedano ad esempio le due successive poesie:

10th march13
My morning begins,
By sailing with the beauty, purity and bliss
Of my heart-boat.


10 marzo
Inizia la mia mattina,
E navigo nella  bellezza, purezza e delizia
Della mia barca-cuore.


14th october14
My evening descends
And I feel Infinity’s Peace
And Immortality’s Bliss
Unconditionally beckoning me.

14 ottobre
Scende la mia sera
E sento la pace dell’infinito,
la delizia dell’immortalità
che mi chiamano, senza riserve.


Con questi ultimi esempi si chiude questa breve rassegna sui principali significati della parola “stella” nella poesia di Sri Chinmoy. Piace tuttavia proporre un’ultima poesia dell’autore, un’invocazione di un cuore libero che anela alla più alta spiritualità:

644615
O star-studded sky,
My aspiration-heart
Is prayerfully longing
For your company

6446
O cielo tempestato di stelle
Il mio cuore di aspirazione
Anela pregante
Per la tua compagnia.

 

Davide T.

  • 1. vedi Tommaseo, Dizionario della lingua italiana, “stella”
  • 2. vedi EOD, “star”
  • 3. www.srichinmoylibrary.com, ricerca effettuata nell’agosto 2009
  • 4. Sri Chinmoy, My Religion, 1999 Agni Press, New York - NY
  • 5. Sri Chinmoy, Seventy-Seven Thousand Service Trees part 2, 1998 Agni Press, New York - NY
  • 6. Sri Chinmoy, Twenty Seven Thousand Aspiration Plants part 78, 1984 Agni Press, New York - NY
  • 7. Sri Chinmoy, Twenty Seven Thousand Aspiration Plants part 44, 1984 Agni Press, New York - NY
  • 8. Sri Chinmoy, Emperor Smiles Orphan Tears, 2000 Agni Press, New York - NY
  • 9. Sri Chinmoy, Three Hundred Sixty-Five Father's Day Prayers, 1974 Agni Press, New York – NY
  • 10. Sri Chinmoy, Ten Thousand Flower Flames part 97, 1983 Agni Press, New York – NY
  • 11. Sri Chinmoy, Smile of the Beyond, 1977 Agni Press, New York - NY
  • 12. a. b. Sri Chinmoy, Seventy-Seven Thousand Service Trees part 9, 1998 Agni Press, New York – NY
  • 13. Sri Chinmoy, My morning begins, 1996 Agni Press, New York – NY
  • 14. Sri Chinmoy, My evening descends, 1996 Agni press, New York – NY
  • 15. Sri Chinmoy, Seventy-Seven Thousand Service Trees part 7, 1998 Agni Press, New York - NY